
Deterioramento cognitivo e sclerosi multipla: una relazione sottovalutata
Category:tutte le NewsDeterioramento cognitivo e sclerosi multipla. Il rapporto tra la sclerosi multipla e il deterioramento cognitivo è sottovalutato e preso troppo poco frequentemente in considerazione.
La ricerca neuropsicologica, invece, indica la presenza di deficit cognitivi in pazienti con sclerosi multipla, in particolare per quanto riguarda velocità di elaborazione e memoria episodica, che risultano essere, infatti, i primi domini colpiti.
La sclerosi multipla (SM) è una malattia immuno-mediata del sistema nervoso centrale (SNC): le cellule T arrivano al cervello tramite le interruzioni della barriera ematoencefalica, riconoscono la mielina come “estraneo” e la attaccano. Le cellule che “proteggono” i nostri neuroni (e non solo) vengono così danneggiate.
Quando la mielina o le fibre nervose vengono danneggiate o addirittura distrutte, la comunicazione tra neuroni rallenta e gli assoni possono essere danneggiati a tal punto che l’intera cellula muore. Pertanto, questo processo infiammatorio porta alla neurodegenerazione.
In alcuni pazienti il sintomo predominante è proprio la neurodegenerazione, con conseguente compromissione delle funzioni cerebrali e del midollo spinale. La perdita delle cellule nel talamo e nella corteccia cerebrale, infatti, è correlata al deterioramento cognitivo.
Circa il 35-50% dei pazienti con decorso recidivante-remittente e circa i due terzi dei pazienti con una forma progressiva presentano un deterioramento cognitivo. Molto spesso la compromissione è lieve o moderata, i deficit sono gravi e invalidanti in circa il 10-20% dei pazienti affetti.
Sono proprio i deficit cognitivi, nella maggior parte dei casi, a causare la perdita del lavoro nei pazienti. Per quanto lievi, quindi, sono aspetti che intaccano la quotidianità del paziente e la conseguente qualità di vita.
Fondamentale, quindi, non sottovalutare la presa in carico (dopo attenta valutazione) dei sintomi cognitivi: per quanto complessa sia certamente una malattia come la Sclerosi Multipla, ignorare un aspetto come il deterioramento cognitivo porta ad un abbassamento della QdV (qualità di vita) di coloro che ne soffrono.
Per questo motivo, il neurologo deve approfondire i sintomi di un paziente affetto da SM anche tramite invio al neuropsicologo che riesce ad effettuare attenta analisi dei disturbi cognitivi ai quali il paziente sta andando incontro, o potrà andare incontro, in ottica sia di intervento che di prevenzione.